Romano è un allenatore di vecchia pezza. Ama da sempre allenare le giovanili e sviluppare giovani talenti, alcuni dei quali hanno fatto parecchia strada; ma non nel senso che sono diventati camionisti. Per queste ragioni, evidentemente – l’età mentale dei giocatori e il loro talento ancora inespresso – ha accettato di allenare i Rovinassi.
Romano arriva dopo Secco, e un interludio con Skeja. Ha portato in squadra tecnica, voglia di migliorarsi e una maggiore attenzione al fitness. I suoi metodi potrebbero definirsi darwiniani, ossia selettivi: se sopravvivi puoi giocare.
Ma niente è meglio, per chiarirne il pensiero, delle sue stesse parole, rilasciate nel corso di una delle celeberrime “grandi interviste” e dal titolo “Romano allenatore assassino”:
- Intervistatore Romano, tu che ami allenare le giovanili, come mai hai accettato di allenare gli Old?
- Romano I xe veci, ma i xe anca come putei.
- Cosa pensi di loro?
- I xe bravi. Un fià cancari, ma bravi.
- C’è un principio a cui ti ispiri per allenare?
- Sì: finché c’è fiato c’è speranza.
- Acio non sarebbe d’accordo.*
- Mi e Acio semo soci… assa fare!
- Romano, cosa c’è dietro l’angolo?
- Ea porta del spolliatoio.
- Grazie.
- Figurate!
*[Acio: giocatore e impresario di pompe funebri]